Le
vostre recensioni (Reviews) Vi
ringrazio dei vostri commenti e delle recensioni
che gentilmente mi avete
spedito. I
messaggi ricevuti dagli amici, clienti e
visitatori, per me sono
di gran sostegno e guida, in questa mia
iniziativa. Vi sarò grato se mi spedirete nuovi
messaggi ad info@fayaz.it . I
vostri commenti ed ogni altra informazione,
saranno rigorosamente riservati. Solo con la
vostra esplicita autorizzazione, saranno
pubblicati in queste pagine. Hossein – Fayaz TorshiziVarsavia, Polonia, 24 luglio 2020. Buongiorno
Sig. Fayaz, ieri mi
hanno consegnato il tappeto, dal vivo è molto più
bello che in foto, sono
veramente soddisfatto. Grazie
mille
per il suo prezioso aiuto e per la sua ottima
perizia, le auguro il meglio e
spero avremo ancora occasione di collaborare, con
frutti altrettanto buoni. Un cordiale
saluto, D. D. Varsavia,
Polonia,
24/07/2020, ore 13:57. Provincia di Padova, Italia, 6 gennaio
2020. Sicilia, Italia, 20 aprile 2019. Vicenza, Italia, 10 dicembre 2018. Roma, Italia, 22 ottobre 2018. Roma, Italia, 17 gennaio 2018. Magreglio, Como, Italia, 27 ottobre 2017. San Vito al Tagliamento, Pordenone,
Italia, 5 febbraio 2017. Voto 5 Stelle
Le ragazze afgane Un testo coinvolgente, scritto bene, veramente bello. domenica 24 agosto 2014 commento alla 1a edizione. Commento alla pubblicazione dell'edizione cartacea de "Le ragazze afgane" di Hossein Fayaz sul portale: http://ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.asp?id=921000
Voto 5 Stelle
Il manuale dei tappeti Prezioso per chi li ama o li ha acquistati. Prezioso anche per chi li vende. L’esperienza enciclopedica di Hossein Fayaz si denota in ogni pagina di questo indispensabile libro di cultura e di consultazione. Lo consiglio a tutti gli amanti del genere. Metella Rossi giovedì 14 agosto 2014 commento alla 1a edizione Commento alla pubblicazione dell'edizione cartacea de "Il manuale dei tappeti" di Hossein Fayaz sul portale: http://ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.asp?id=64754
Voto 5 Stelle
il manuale dei tappeti Un libro doppiamente d’amore. sabato 20 giugno 2009 commento alla 1a edizione Commento alla pubblicazione dell'edizione cartacea de "Il manuale dei tappeti" di Hossein Fayaz sul portale: http://ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.asp?id=64754
di alan_3
Voto 5 Stelle
Il manuale dei tappeti Prezioso manuale non solo per l´acquisto di queste opere squisitamente artigianali ma anche per conoscerne la storia ed i piccoli segreti. domenica 4 gennaio 2009 commento alla 1a edizione Commento alla pubblicazione dell'edizione cartacea de "Il manuale dei tappeti" di Hossein Fayaz sul portale: http://ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.asp?id=64754
Cattolica
(Rimini), 15 novembre 2008 Penne – Pescara, 9 dicembre 2005 Buongiorno Signor Fayaz, apprendo con malinconia la chiusura della
Sua prestigiosa attività che solo il
pensionamento Le impone. Allo stesso tempo è un
piacere sapere che sarà possibile anche in
futuro poter dialogare con Lei. Cordialità Antonio Fattore Da Lo Specchio della città, il periodico per la provincia di Pesaro e Urbino, Pesaro, ottobre 2004, anno 8, numero 80. www.lospecchiodellacitta.it Come nasce un tappeto
persiano “pavone di Fayaz”?
Hossein Fayaz ci racconta la storia di come nasce un tappeto persiano ai tempi nostri. “Alla fine degli anni settanta, nel nostro negozio di Pesaro ho conosciuto il Vecchio Capitano Martoscia. Mi ha proposto un affare, che ho accettato subito. Aveva un bellissimo arazzo di seta indocinese che aveva acquistato ad Hanoi durante uno dei suoi viaggi nel 1929. Nel
campo dell’arazzo dominava un bel pavone seduto su
un albero in fiore. Sembrava un vero pavone, tutto
ricamato con delle sete fini e pregiate in tante
tinte: avorio, turchese,verde, nocciola, marrone
chiaro e scuro, blu chiaro e scuro, rosa, oro. Il pavone, anche se un
uccello del sub continente indiano, però resta
molto famigliare a noi persiani, chi sa perché?
Forse, per il trono del
pavone che dai temi dell’Imperatore Nader Scià (1730-1747)
era la sedia dei Re persiani. Comunque, il pavone è un
uccello talmente bello e magico, che tutte le
volte che lo guardi ti incanta. Nella mia collezione
personale, avevo un tappeto persiano, Esfahan,
fine e pregiato, annodato a mano su un telaio
verticale con l’ordito e la trama di seta ed i
nodi di una lana rara e costosa unicamente
persiana chiamata “Kork”, che ha la finezza e
lucentezza della seta e resistenza
della lana. Disegno medaglione centrale floreale
con un splendido
bordo decorato con le palmette Scià Abbasi del motivo
“Herati”. Pensavo, quanto sarà bello se un giorno
si potrà realizzare un esemplare con il bordo di
questo Esfahan ed il campo di questo arazzo Hanoi. Due esemplari, esperessioni dell’arte
Medio ed estremo oriente asiatico. Ai fini degli anni ottanta,
con aiuto dei miei fratelli Abbas, Ingegnere ed
Ali Geometra, tutti due di mestiere industriali
del settore di tondini e fili di rame, abbiamo
trasformato la nostra casa paterna a Kashmar
(Iran), dove eravamo nati tutti, in un
laboratorio artigianale di tappeti persiani,
moderna come struttura
e tradizionale come metodi di lavorazione. Era arrivato il momento di
realizzare il mio pavone. Per il primo passo, mi
ha aiutato un artista italiano. Il fotografo
Franco Leonardi dello studio Leon di Pesaro. A
fotografare il pavone e l’Esfahan. Inseguito, con un fotomontaggio
maestoso a qui tempi, creare il progetto di
una preghiera con il bordo del tappeto ed il
campo dell’arazzo. Risultato,
il pavone
ed alberi fioriti di Hanoi al centro,
incorniciati nel bordo elegante dell’Esfahan.
Questo esemplare
come tutti altri tappeti prodotti nel
laboratorio di famiglia sono firmati Fayaz, in
lingua farsi (persiano), in tinta nera sul fondo
beige, in un cerchio nero, al centro della
cornice esterna del lato alto d'ogni esemplare e
progressivamente numerati nell'angolo di
sinistra in alto con i numeri persiani (arabi)
in colore nero. La firma, che è un marchio
commerciale, e il numero, che è un codice
progressivo in ordine di produzione (ogni numero
corrisponde ad un fascicolo contenente tutta la
storia di quel tappeto, ed i suoi autori che
rimane gelosamente conservato nell'archivio del
laboratorio Farsh Reza di Kashmar), assieme ai
materiali usati, tinte
uniche naturali, disegni particolari ed
il nodo singolo Takbaft,
rende inconfondibile "il tappeto persiano
Kashmar firmato Fayaz". Da L’Ape del
Conca, il periodico di informazione della
Valle del conca, Morciano di Romagna (Rimini),
dicembre 2002, numero 4. Tale tappeto, fu acquistato negli anni settanta ad un’asta di Bologna. Nel certificato di autenticità dell’atto di vendita, gli organizzatori dell’asta, avevano indicato il termine generico Tabriz antico, senza per altro specificare, data o periodo di annodatura. Il restauro è consistito nella ricostruzione delle cimose, delle catenelle a doppio nodo da ambedue le parti delle frange, dell’angolo destro in alto di circa trenta centimetri quadrati (cm. 6 X cm. 5), dell’ordito e trama di nove piccole zone danneggiate del diametro di circa tre - quattro centimetri presenti nel campo del tappeto e del vello nelle zone mancanti. Attos Berardi Penne
– Pescara, 27 novembre 2002
Egr. Signor
Hossein Fayaz abbiamo ricevuto il tappeto ordinato. Le confermo che è molto bello. Grazie e al prossimo acquisto. Cordialità Antonio Fattore Francesca
Napoletano Agnone
– Isernia, lunedì
20 maggio 2002 Complimenti
per la professionalità. Trasparente,
chiaro, completo, cortese e dettagliato è il
modo in cui Vi presentate. E’ un
esempio di dignità professionale altissima, che
raramente è possibile trovare. Dignità di chi
ama il proprio lavoro. Complimenti,
continuate così perché possa diffondersi la
cultura della correttezza. Dott. Gian Luca Marinelli Zibello - Parma, 24 marzo 2002Gent.mi Sigg.ri Fayaz, ho acquistato un Vs. tappeto Nain Tabas (Persia),sono molto soddisfatta per la qualità e la fattura e per i magnifici disegni e colori di grande raffinatezza ed effetto. Isabella Frati Torino, 10 dicembre 2001 Gent.mo Signor
Fayaz, Lorena Parravano - Torino Bologna,
12 novembre 2001 Gentile Signor
Fayaz, Augusto Macchetto Macerata, 9 maggio 2001Caro Hossein, ho visto casualmente il tuo sito già da alcune settimane. Sono rimasto molto piacevolmente sorpreso, sia per la sua completezza, ma soprattutto perché piacevole alla consultazione ed alla lettura. La scoperta mi ha reso però felice soprattutto perché mi ha ricordato una forte amicizia, che ha ormai una consuetudine pluridecennale. Ci siamo conosciuti da giovani studenti ad Urbino ed ho visto poi crescere anno per anno la tua passione per i tappeti della tua terra, per la loro rappresentazione storica e sociale. Anche nei dieci anni di mia permanenza all'Università della Calabria non potevo far altro che vederti intento a costruire progetti di presentazione agli italiani di un particolare prodotto persiano, quali sono i tappeti. Come sai io oggi insegno Sociologia del Lavoro ed ho acquisito l'abitudine di vedere, dietro i prodotti e le merci, il lavoro che li hanno realizzati. Per questo la tua attività l'ho sempre vista come quella di diffusore della particolarità del lavoro, che è dietro la confezione di un tappeto, invece che quella di un semplice commerciante. Che tu certamente non sei. Anche per tutto questo ho avuto grande piacere nello scoprire il tuo sito e ti assicuro che cercherò di visitarlo attentamente. Sperando di poterti incontrare presto, dopo aver scelto un tappeto tra i tanti presentati nel catalogo che hai preparato, ti invio i più fraterni saluti anche da parte di Donatella ed anche ovviamente per la cara Vanda, Nedo Fanelli Rieti, 28
Aprile 2001 E' sempre con piacere che
torniamo a Morciano per far visita ai nostri amici Wanda e
Hossein e per passare i pomeriggi a "sfogliare"
cataste di fantastici tappeti orientali. Tra un thè e l'altro si discute
sui disegni, sulle trame, sulla storia dei vecchi
e dei nuovi prodotti a cui Hossein
riesce a dare un'anima e nei quali si riconosce
l'identità di un popolo. Un'esperienza
sempre straordinaria che ripetiamo volentieri
due o tre volte l'anno e, sempre, è come fare un
lungo viaggio nelle lontane terre d'oriente
guidati dalla cultura e dalla sapiente
professionalità di Hossein. E spesso
torniamo a Rieti con un nuovo acquisto, ogni volta
con la promessa a noi stessi che deve essere l'ultimo:
abbiamo la casa troppo piccola.....Promesse di
marinaio! Vi abbracciamo, Riccardo e Elvia Riccardo Appolloni, Dottore Agronomo Via A. Comotti 6 - 02100 Rieti Tel. 0746 271242 e-mail: riappo@tin.it
Pesaro, 25
Aprile 2001 L’amico dei tappeti Chi è ? – chiese mia moglie – Hossein Fayaz, l’amico dei tappeti – risposi. Ora ti spiego: prima il nome, poi la famiglia di appartenenza, poi Torshizi (di Torshiz ?) il luogo di provenienza, come nelle favole antiche, come ai tempi del tappeto volante. Così è cominciata la conoscenza in casa mia, dopo una escursione in montagna e dove non si capisce se l’amicizia fosse riferita all’uomo o al tappeto. Il fatto è che non è facile distinguere le cose davanti ad una persona che accosta naturalmente il lato umano a quello professionale. Lui non se ne accorge perché è fatto così da molti millenni; siamo noi gli spiazzati perché ormai assuefatti alla volgarità del quotidiano, sia detto nel migliore dei significati. Non volle accettare niente, non era l’ora adatta né per mangiare né per bere; recitavo un cerimoniale antico come la sua terra, io lo sapevo e lui lo sapeva. “Però accetterò un bicchiere d’acqua” mi disse “per portare fortuna alla casa”. Questo non lo sapevo, già, deve essere stato così nell’alba dei tempi, fortunata quella casa dove è piacere alleviare la sete, e dove gli ospiti non temono di bere!. I Persiani saranno anche stati guerrieri, al tempo di Ciro il Grande, ma ora sono sicuro che, una volta conquistate le città, entrarono bussando alla porta e pulendosi i piedi, cercando di non disturbare. Questa è la disposizione di Hossein verso il prossimo, che osserva e non giudica. Non mi chiese mai se avessi bisogno di un tappeto, anche se di questi capolavori sapeva tutto e ne poteva parlare per ore, come parlasse di un amico. Nei suoi tappeti non vedi soltanto i colori e la trama, riconosci il tatto delle mani che hanno lavorato per anni, avvezze al gesto abituale ma con lo sguardo perso dietro all’emozione di un’arte antica, dietro ai sogni che quei tappeti non porteranno mai a compimento. Sembrano tutti uguali ma provate a trovarne due identici, come per gli occhi di tutte le donne che li hanno accarezzati. Mi piace conoscere gli stranieri, li ascolto e li osservo per capire cosa ci accomuna, ma anche ciò che ci divide dalle nostre radici: le radici, se perseguite tenacemente, sono l’alibi del nostro razzismo. Hossein, iraniano, non parla mai male del suo paese, nella buona o nella cattiva sorte, ma nemmeno falsamente bene. Non ha la sicurezza anglosassone, non la presunzione latina, né la noncuranza talvolta arrogante dell’americano. E’ schivo come lo sono gli arabi, ma non è sospettoso come loro. Conosce la storia antica e la politica moderna; se vuoi un’analisi obiettiva della situazione italiana devi chiederlo a lui. Parla e capisce molte lingue, ma la sua cultura non la mette sulla bilancia; sa che è un peso morto se non te ne accorgi da solo. Me ne sono accorto quando eravamo insieme davanti alle sepolture di due caduti del ‘15 – ’18: un calabrese e un ungherese. “Vedi” dicevo “entrambi si sparavano addosso e non sapevano perché, che gliene poteva fregare a loro di quel picco?”. Se lo stanno ancora chiedendo nell’eternità di quelle montagne, forse vanno a spasso insieme sui crinali candidi, sotto le stelle, finalmente liberi dall’odio su commissione. Era d’accordo, ci capivamo e non poteva venire da più lontano ad interrogare le dolomiti. Parlava di Aristotele, della filosofia salvata dalle loro traduzioni, ma anche dell’acqua, delle proprietà del succo di melograno che sono agli antipodi di quelle del miele. Gli amici ci guardavano poco convinti, che ci prendessimo in giro? Parlavamo delle stelle marine, disse che era il motivo centrale di un tappeto: poteva esserlo ma non era vero. Ce la metteva lui la stella marina, perché da poeta avrebbe desiderato che ci fosse; da artista era affascinato dal suo colore. Io scherzavo: non è simmetrica, non ci può stare, fa ammattire il tessitore. La rende lui simmetrica; che ne sai cosa c’è nell’immaginazione di un tessitore persiano? Questi sono i suoi tappeti: la ricognizione dei nostri sogni raccolti nella sequenza di geometrie ripetitive che non conoscono i numeri, riassunti in una teoria di colori, rassicuranti nella morbidezza del tatto. Ora sono tangibili, ma basta guardarli e la mente si perde di nuovo verso altri sogni. Perché solo l’infinito appaga l’uomo che per fortuna finge di non sapere che non lo avrà mai. Dicono che siamo lontani millenni, Hossein ed io, ma il suo tappetino di preghiera davanti al mio caminetto, guai a chi lo tocca.
Giuliano Angelucci
da Santa Colomba (aprile 2001) Ing. Giuliano Angelucci Datagest Srl Pesaro, 24 Aprile 2001 Caro Fayaz, Sebbene ci vediamo più di rado di un tempo la nostra amicizia è sempre forte.E' passato molto tempo da quando ci siamo conosciuti e ha sempre apprezzato, nella tua vita e nel lavoro la tua grande onestà che in un paese come il nostro è una qualità sempre più preziosa Tu sai che la mia casa è piena di tappeti che ho scelto da te, aiutato dalla tua profonda cultura in materia, dalla tua esperienza, dal fatto che appartieni ad un popolo che da millenni produce queste opere d'arte. Io i tappeti li considero sempre tali. Se penso a quanta fatica vi è incorporata, quanto grande è la pazienza, l'abilità dei ragazzi e delle donne che vi hanno lavorato mi domando come fanno a costare così poco. Ho visitato il tuo sito e vedo con piacere che ti sei adeguato alle nuove tecnologie. Complimenti.Proprio in questi giorni ho pensato di venirti a trovare per cambiare il tappeto che ho nello studio con un'altro di colore diverso. Cordiali saluti a te e alla tua famiglia Sen. Emidio Bruni Via Fulvi 10 Pesaro Pesaro, 8 Gennaio 2001 Egr.
Sig. FAYAZ
Pesaro, 8 Gennaio 2001 Gent.mo Sig.
FAYAZ
Milano,
14 Dicembre 2000
Egr.
Sig. Hossein Fayaz
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